utilizzando l'opzione "commenti" inviaci le tue impressioni sulla consultazione
25 commenti:
Anonimo
ha detto...
Abbiamo fatto l'assemblea,sentito la relazione e discusso. Alla fine abbiamo votato nel seggio allestito in mensa. Su 150 addetti hanno votato in 104 . Alla fine i favorevoli erano 94 ed i contrari 8. Assurdo:tutti a favore!
E' stata fatta un'assemblea per i lavoratori edili e mettalmeccanici dell'aria industriale di Sarroch (CA), nella quale come al solito viene illustrato solo l'accordo e non si sente la voce dei contrari. Tra coloro che illustrano l'accordo ci sono i componenti la segrteria provinciale della fiom che è apertamente schierata per il si. E' palese che la maggior parte dei lavoratori presenti sono per il no, mentre i delegati delle rsu anche fiom si dimostrano orientati per il si, chiaramente influenzati dalle segreterie provinciali. Ci sono diverse contestazioni anche con fischi verso chi si esprime per il si. Molto evidente è che i lavoratori in particolare mettalmeccanici vivono un momento di particolare disagio, che si ha difficoltà ad illustrare e si manifesta con contestazioni anche scomposte. Nelle votazioni nell'azienda dove lavoro il risultatoto è stato di 30 contrari e 5 favorevoli, mentre nell'azienda madre i lavoratori chimici che vi operano hanno votato con circa 340 si e meno di 30 no.
Sono un lavoratore in mobilità lunga. Ho partecipato ad una assemblea sul protocollo presso la sede Cgil della mia città:"Giugliano in Campania".Erano presenti in maggioranza compagni dell'apparato.La Compagna che ha fatto l'esposizione si è prodigata tutta sulle ragioni del "Si" ed ha sintetzzato che era un accordo che premiava l'equità. Tutti gli interventi erano per il "Si". Quando sono intervenuto io, ho cercato di mettere in evidenza che l'equità di cui parlava la Compagna era tutta nel basso e che se qualcosina si dava ad un lavoratore qualcosa lo si toglieva ad altri! Insomma che l'accordo era a costo zero e niente veniva scalfito ai soggetti ricchi. La Compagna rimaneva meravigliata di questa cosa dell'equità nel basso quasi che per lei era normale per le compatibilità finanziarie.
Sono andato a votare martedì scorso 9 ottobre presso la CGIL di Trani dove risiedo, insieme a mia moglie ed entrambi abbiamo votato "CONTRARIO" all'iniquo accordo di cui si fanno paladini i nostri segretari nazionali. Nel pseudo-seggio c'era solo una ragazza che sola era prima del nostro arrivo e sola é rimasta dopo! Non so chi ha votato prima ne dopo e ampia é stata la possibilità di brogli sia nel seggio dove ho votato io e mia moglie sia in tutti gli altri seggi pseudo-presidiati. Come si può essere certi di un risultato finale che certo é stato solo nelle grosse aziende dove vi erano veri e pluri-presidiati-seggi?
Liguria - azienda metalmeccanica, votazione sulla scrivania del proprio delegato a seconda se fim fiom uilm, privacy zero, risultato bulgaro in linea con quello dei pensionati. Ma Cremaschi lo ha già detto "votazione senza regole" senza regole va bene tutto.
Hanno organizzato assemblee divise tra operai ed impiegati ed erano in pochi a saperlo, (io ho preteso di mettere l'avviso) partecipazione disastrosa sia all'assemblea che al voto. Hanno organizzato assemblee separate per non far parlare i lavoratori tra di loro, (ho tentato con un mio intervento di spiegare le ragioni del no e dal sindacalista di turno sono stato tacciato da populista, ma no dai lavoratori.Pensate in fabbrica è presente il sincobas, ma non ha fatto nulla a favore del no, nemmeno un volantino e non era presente all'assemblea. Su 500 votanti hanno votato in 235, 137 favorevoli,95 contrari e 3 nulle.
Sono un delegato RSA Fp Cgil di Livorno. Al direttivo provinciale abbiamo presentato un'ordine del giorno sottoscritto da una decina di delegati (su una cinquantina) che descriveva il peggioramento delle condizioni per i lavoratori contenute nell'accordo e si invitava a votare per il NO. E' stato giudicato irricevibile perchè a livello nazionale la Cgil si era già espressa per il Sì e dunque un direttivo provinciale non poteva dissentire (...?). Bene, abbamo proposto di lasciare le motivazioni della contrarietà all'accordo togliendo l'invito a votare per il NO. Ugualmente irricevibile, perchè... perchè sì. Sottolineando che non si trattava di un gesto antidemocratico, ma... era così lo stesso. Successivamente ho chiesto più volte l'elenco delle assemblea alla segreteria provinciale (per poter fare, almeno dall'esterno propaganda per il NO), ma sfortunatamente "difficoltà con i fax nuovi" hanno permesso di farmi avere quelli della Fp (delle altre categorie non se parli nemmeno)solo il giorno prima della scadenza delle consultazioni, da cui ho dedotto che le assemblee del mio comparto SSAE (socio sanitario assistenziale, lavoro in una cooperaiva sociale)...erano già state fatte. Strano che abbia vinto il sì. Massimo
Io e insieme agli altri componenti della RSU fim e fiom unitariamente già nei mesi di giugno e luglio abbiamo fatto delle assemblee insieme a tutti i lavoratori abbiamo respinto questo accordo mettendo in campo anche iniziative di lotta con sciopero e volantinaggio. Abbiamo fatto sentire il nostro dissenso negli attivi unitari di cgil cisl e uil svolti nel territorio e per finire abbiamo fatto due assemblee una gestita da noi delegati dove abbiamo fatto il punto della situazione con i lavoratori e abbiamo ribaditoe spiegato le ra gioni del NO Siamo delegati di una fabbrica metalmeccanica in brianza e nella seconda assemblea per spiegare le ragioni del SI è venuto il segretario generale della cgil della brianza. Ha fatto la sua relezione, ci sono state delle repliche e ll'assemblea si è chiusa con un mio intervento per ribadire le ragioni del NO Nei giorni 8e 9 ottobre abbiamo fatto la consultazioni allestendo un seggio elettorale nellanostra sala rsu .Bene, nonostante sia venuto il segretario generale il risutato è stato questo aventi diritto 294 votanti 212 favorevoli 41 contrari 166 bianche e nulle 5 Quest testimonia che nei luoghi dove si è potuto sotenere il parere de NO i risultati si vedono Invito i responsabile della rete a chiedere che vengano presentati i dati delle votazioni in maniera pìù dettagliata un saluto e non molliamo
Secondo le stime di Luciano Gallino il 20% del totale dell'occupazione è precaria di cui fanno parte i tempi determinati, gli occupati permanentemente a tempo parziale imposto dal datore di lavoro, collaborazioni,i contratti a progetto e tutta quella serie di figure minori, dai contratti di apprendistato al lavoro intermittente, per una cifra di circa 5 milioni di persone. Mi chiedo dove fossero tutti questi precari tra l'8, il 9 ed il 10 ottobre scorsi? Come mai, chiedo, non si sono riversati in massa ad esprimere il loro giudizio sul Protocollo sul Welfare. Forse, anche questa è precarietà: a un lavoratore a tempo indeterminato non puoi chiedere, per esempio, di Votare SI, se non ne è convinto, a chi rischia di non vedere rinnovato il contratto Sì.
Alessio-sestri levante-Arinox Abbiamo fatto le assemblee divise sui 3 turni io delegato fiom,insieme ai miei compagni, ho cercato di argomentare il mio no,ribattendo le motivazioni di cgil e cisl a votare sì.Obiettivamente ho speso del tempo a studiare la riforma ma i risultati mi hanno ripagato:su 207 dipendenti hanno votato in 149: 124 no,24 sì e 1 scheda nulla.Un risultato strapositivo se si guarda il responso della vicinissima fincantieri dove su 800 votanti circa,più di 500 hanno votato a favore.
Il No vince dove è più forte la coscienza di classe.
Nonostante le assemblee blindate, nonostante il ricatto politico che le ha caratterizzate (proprio da parte di chi a parole vorrebbe una CGIL libera da condizionamenti ma nei fatti la ripropone profondamente assoggettata alla sindrome del “governo amico” , nonostante la sproporzione delle forze in campo, il no vince fra i metalmeccanici e nel gruppo FIAT con punte di oltre l’ 80% di pareri contrari all’accordo del 23 Luglio. Non è una vittoria di Pirro. A questi lavoratori credo debba andare il ringraziamento di tutti. Se oggi ci troviamo a poter discutere ,valutare, considerare questi risultati lo dobbiamo esclusivamente a questi lavoratori che nell’isolamento più completo da parte delle burocrazie dei vertici confederali hanno avuto il coraggio di riproporre un modello di sindacato non di casta ma che desse voce e organizzazione al conflitto di classe. Il pacchetto era pronto, contenente tutto il necessario da offrire in dote al nascituro Partito Democratico così che questi potesse rivenderlo agli imprenditori ed alle banche che lo sostengono. Nessuna consultazione preventiva con i lavoratori. Nessun referendum previsto. Ma la FIOM ci mette lo zampino: sono le parti più avanzate del movimento operaio in cui la coscienza di classe ha radici profonde, storiche, di conquiste importanti e di dolorose sconfitte che si rende subito conto della posta in gioco, che và oltre il merito degli importantissimi temi di cui si tratta, ma che individua questo confronto come luogo in cui si acutizza il conflitto di classe e che evidenzia i due modelli di sindacato in realtà oggi in conflitto : il sindacato che pone il lavoro al centro del suo agire verso quello che ne intende l’azienda come fulcro. Il sindacato che si occupa di produzione e di come organizzarla verso quello che si occupa di difesa ed organizzazione della classe lavoratrice. Ebbene grazie ai metalmeccanici, ai quei delegati RSU che sono riusciti a far sentire la loro voce di non assoggettati, a quei precari che a rischio del posto di lavoro o stabilizzazioni non si sono arresi, grazie a costoro che si volevano emarginati ed isolati nel loro mondo metafisico lontano dalla storia che siamo riusciti ad uscire dai nostri angusti confini e lì dove abbiamo potuto avvicinare le menti siamo riusciti a rappresentare le ragioni della classe operaia. La sensazione che si respira è che questa sia stata una consultazione tutta interna alla CGIL, vista la scarsissima partecipazione delle altre sigle confederali alla sua organizzazione. E’ stato in ultima analisi un referendum organizzato ad armi impari, per ribadire i rapporti di forza fra le istanze neoliberiste e concertartive che vorrebbero traghettare il Sindacato sulle sponde più tranquille del consociativismo e relegarlo al ruolo di agenzia interinale del mercato del lavoro, verso quelle di opposizione di classe. Purtroppo le nostre argomentazioni registrano oggi una scarsa penetrazione in alcuni settori, lente nel fare breccia ad esempio nel mondo impiegatizio in cui ci si accontenta di vivacchiare nel crepuscolo della mente o fra le categorie più deboli a cui il bisogno annichilisce l’atto stesso del pensiero critico. Ma nonostante le cifre aggregate denuncino il compromesso a cui anni di rinunce hanno relegato la classe operaia, disaggregandole la realtà appare notevolmente diversa. Infatti tra i lavoratori attivi ad esempio cresce nettamente la percentuale dei no rispetto alla media nazionale. Anche fra i precari, nonostante il ricatto della speranza nelle stabilizzazioni, nei luoghi dove la coscienza di classe è più elevata come in quell’Atesia reduce da recenti lotte, o in Vodafone in lotta contro le esternalizzazioni le ragioni del no sono prevalse. Sono i pensionati ad essere meno reattivi perché facili vittime di condizionamenti e le cui condizioni di indigenza rendono maggiormente esposti. In realtà è questo il problema di fondo. Quando il bisogno rende appetibili anche le briciole e nel momento in cui le “coperture figurative piene” o le “totalizzazioni” sanciscono il precariato come sistema unico di lavoro per le nuove generazioni “tout court” è difficile uscire dal ghetto in cui il capitale vuole rinchiuderci. La sua aggressività invero non si è mai affievolita: esso continua in maniera costante nel perseguire l’intento di ridurre sempre più le garanzie dei lavoratori e l’autonomia delle proprie rappresentanze. Dall’ attacco all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, allo Statuto stesso che si vorrebbe sospendere, alla Contrattazione Nazionale che si vorrebbe annullare, alle triennalizzazioni, al precariato diffuso come flessibilità massima, il grande capitale continua il suo confronto con la classe operaia in maniera diretta ed indiretta infiltrandosi nel suo stesso blocco sociale di riferimento per distoglierne gli obiettivi e volgerli a suo vantaggio. Il sogno che le plusvalenze create riducendo sempre e solo lo stesso parametro del costo del lavoro o a spese dello stato sociale con la riduzione della pressione fiscale (per quella esigua minoranza di aziende che paga le tasse) si traducano in crescita sociale generalizzata ed in nuova occupazione sono una pia illusione che lasciano l’impegno degli imprenditori limitato allo zelo della loro Carità Cristiana. Sarà forse per questo che è rinata la “Nuova Democrazia Cristiana - PD” a spese dei lavoratori e sulle spalle della loro buona fede. Questa operazione elettorale centripeta segnatamente maggioritaria ed intrisa di finto-buonismo autoritario sconvolge gli equilibri politici dell’esistente spostando a destra, in corso d’opera, lo stesso baricentro dell’Unione a spese di tutti gli elettori che hanno sottoscritto il “Programma” con i loro eletti. La partita in corso è certo difficile ma la FIOM ha permesso di riaprire un luogo di discussione e di confronto non scontato soprattutto in materia di lavoro precario. Credo sia opportuno continuare la battaglia non sciogliendo i comitati per il “no” ma anzi giocando al rilancio confermando la nostra netta opposizione a tutte le forme di lavoro parasubordinato sostenendo e partecipando a tutte le iniziative tese al loro reale superamento. Occorre infine guardare oltre gli steccati delle divisioni e incomprensioni fra le varie organizzazioni e sigle sindacali anche di base, al fine di ricomporre in un unico blocco sociale il fronte del dissenso e dell’alternativa. Importante è dunque essere presenti a tutti gli appuntamenti e in tutte le realtà che questo fine perseguono. E’ una buona occasione. Non sprechiamola.
Alla Safta di Piacenza (azienda del settore chimico con circa 350 dipendenti) sono stati diffusi spontaneamente volantini della Rete28Aprile scaricati dal sito e contestati i rappresentati di CGIL-CISL-UIL venuti a sostenere l'accordo...alla fine i sì hanno prevalso di misura: 101 favorevoli; 89 contrari; 9 nulli. A mio avviso i no hanno prevalso o comunque hanno raggiunto percentuali consistenti dove c'era qualcuno che ha informato i lavoratori dei reali contenuti dell'accordo...i sì sono frutto di disinformazione e della manipolazione dei seggi fatta dai vertici sindacali, ma non mi sembra che rispecchi il vero stato d'animo della maggioranza di noi operai... Paolo (Piacenza)
Credo fin troppo facile l’appunto a posteriori contro coloro che si sono spesi in prima persona per la promozione di quegli stessi temi che se fosse prevalso il fronte del “No” sarebbero diventati baluardi di conquista per tutta la sinistra. Non sono propenso a credere nell’ ingenuità sempliciotta di sindacalisti esperti piuttosto che ad una reale complicità di intenti fra tutto il fronte del “No”: in effetti un accordo che prevede da una parte il ricorso al lavoro precario “ad libitum” unitamente alla decontribuzione del lavoro straordinario ed il tutto a spese dei soliti noti (il solo lavoro dipendente) è e resta “irricevibile” Ma il punto non è questo. La cosa che più mi impressiona in questo passaggio è che non si sia individuato, né lo si faccia ora, con la necessaria precisione, la reale portata di questo accordo. Detto che la lotta contro la moderna schiavitù del precariato sarebbe stata uno dei punti realmente dirimenti con le politiche in materia fin qui seguite da tutti i governi precedenti ( neanche che si stesse lottando per l’abolizione totale di tutte le forme parasubordinate di lavoro salariato,come a mio avviso dovrebbe essere) ma che ci si stesse limitando semplicemente alla denuncia che in questo accordo vi era la sua formalizzazione a forma unica “de facto” di lavoro possibile per le nuove generazioni, detto questo,è necessario realizzare che la posta in gioco fosse molto più alta. La “madre di tutte le battaglie” è (e resta irrisolta) quella del conflitto di classe, di cui questo accordo fallimentare è espressione, e di conseguenza del ruolo del Sindacato in questo conflitto: del Sindacato che vorremmo e quello che siamo costretti a volere. Questo è oggi lo scontro in atto. E non è banale. Non credo vero, poi, che qualcuno del fronte del “no” abbia voluto politicizzare la discussione sull’accordo chiamando in causa per primo il Governo nelle sue componenti moderate piuttosto che il Sindacato: è vero piuttosto il contrario, in cui le componenti moderate del Governo forzando l’estrema politicizzazione della discussione,che abbiamo purtroppo dovuto subire nostro malgrado, stravolgendo i termini di questa in un confronto pro o contro il Governo, è riuscita a imporre una svolta a destra a tutto il Sindacato riducendo il ruolo delle sue minoranze e, con la rotture di regole e prassi, impantanando la reale possibilità di promuovere le ragioni “eretiche” delle sue componenti più avanzate e ampliando immeritatamente quelle riformiste dell’ Ichino-Pensiero. Resta certamente il fatto incontrovertibile che le posizioni del “no” non abbiano fatto breccia oltre le grandi fabbriche, dove certamente anche il controllo formale è stato maggiore. E’ il risultato di una classe lavoratrice ormai rinunciataria che ha smesso di lottare e sperare nella sua reale capacità di incidere, male organizzata e consigliata, che non si fida più dei suoi stessi rappresentanti, e che si accontenta di strappare all’esistente la possibilità di sopravvivere. La vittoria del “Si” è la vittoria del capitale finanziario sul lavoro salariato. La vittoria del “Si” è la vittoria di chi vuole un Sindacato debole e visibilmente subalterno alla controparte confindustriale, palesemente incapace di elevare la coscienza di classe dei suoi iscritti perché divenuto squisitamente aziendalista. Non ci stupisca che il fuoco della borghesia, attraverso tutti i suoi canali anche mediatici, si stia concentrando sui leader della Rete28Aprile e su Cremaschi in particolare. Ma quale sindacatino rosso! Lui e la FIOM hanno capito in tempo di cosa si stia discutendo ed anche il grande capitale finanziario lo ha fatto! E noi? Speriamo non si perisca di fuoco amico!
sono in mobilità ed ho votato in una sede della cgil fiom: non mi hanno chiesto nulla se non la carta di identità... se fossi stata scorretta ho scoperto che avrei potuto votare in altre sedi... mi chiedo se il risultato positivo dei SI è veritiero. Piccola parentesi: il prossimo luglio 08 finisco la mia mobilità maturando 39 anni di contributi ma 57 anni di età ... qualcuno può consigliarmi come suicidarmi????
nel cantiere dove lavoro è stata indetta una sola assemblea dalla cisl. Considerando che la maggior parte sono dipendenti stranieri è stato spiegato loro che l'unica possibilità per un futuro migliore era quella di votare SI. Mi domando : perchè la CGIL non si è fatta vedere? Perchè nessun volantino sulle motivazioni del NO? E poi avreste dovuto vedere il seggio!!!!!! Spudoratamente invitavano i lavortatori ad esprimere SI.....allucinante
io lavoro in piaggio,abbiamo fatto assemblea e stavolta devo dire che il dissenso è stato totale,anche i sindacalisti(piaggio)erano per il no,tranne i relatori che si sono presi delle sonore fischiate. però non è servito a niente visto che i votanti no,si sapeva già fossero una minoranza...in quanto erano già stati comprati i pensionati con briciole si, ma sempre soldi.poi sappiamo bene come è organizzata la macchina sindacale,quando si mette in moto è abile nel confondere le idee,specie a precari,gente che ha bisogno e gli si affida in toto.. sono disgustato da chi dovrebbe difendere i lavoratori e invece ogni volta li vende al miglior offerente.
cremaschi ha detto"votazione senza regole".......ma sul referendum farsa sull'art 18 c'erano regole?....in quel referendum chi ha controllato su come si sono svolte le votazioni?...li si che qualcuno ha votato anche 10 volte.... nella mia fabbrica,visto che vi scandalizzate tanto per i seggi,il delegato fiom accompagnava lui stesso per manina i lavoratori interinali al seggio e strada facendo li catechizzava per bene,poco ci mancava che scrivesse per loro......un ultima cosa,la fiom ha avuto modo di spiegare le ragioni del no in assemblea,solo che con il componente della segreteria cisl il no lo hanno spiegato con l'ascia di guerra insanguinata,mentre con il componente della segreteria cgil il no lo hanno spiegato in modo pacato,amichevole,quasi quasi da telenovela strappalacrime.....SIGNORI, NOI DELLA FIM E DELLA CISL NON SIAMO I NEMICI,IO SONO UN OPERAIO COME VOI E SENTIRMI DIRE VENDUTO E TRADITORE DA DELEGATI FIOM QUANDO IN FABBRICA MI FACCIO UN CULO COME QUELLO DI UNA BALENA PER CONTRASTARE L'AZIENDA E DIFENDERE I DIRITTI DEI LAVORATORI.....BEH SIGNORI MI FATE VENIRE IL VOLTASTOMACO,MA SIETE SOLO VOI I PALADINI DELLA GIUSTIZIA?
Rispondo ad Alessio. Mi fa un gran piacere sentire che in Arinox ha vinto il No. Ora ti svelo il mistero per cui in Fincantieri Riva Trigoso ha vinto il Si. Il fronte del No, organizzato da me e pochi altri coraggiosi, si è sbriciolato contro il muro del Si organizzato da Fim Uilm e, udite udite, soprattutto da Fiom. Devi sapere infatti che i nostri delegati Fiom, a parte un solo caso, sono tra i più curiosi e improbabili che i miei 15 anni di fabbrica, mi hanno dato conoscere. Riflettono in particolare ciò che avviene in modo più ampio, a livello nazionale. La battaglia contro la privatizzazione di Fincantieri, per farti un esempio, è iniziata da Riva, con una estemporanea raccolta firme promossa da noi lavoratori lo scorso marzo, e a lungo osteggiata palesemente dalla nostra RSU, Fiom compresa. Poi siccome la Fiom Nazionale ha appoggiato l'iniziativa, anche i miei delegati Fiom si sono cosparsi il capo di cenere e come spesso succede hanno mostrato quell'energia che gli era mancata. Cioè se non lo puoi battere alleati col nemico. Tutto questo per dirti ciò che penso in conclusione: dopo 15 anni di tessera Fiom, ho deciso di interrompere la mia adesione ad un'organizzazione che sponsorizza i fondi pensione e lo scippo del TFR, che ha svenduto insieme a le altre sigle la mia pensione futura, che non combatte contro la legge 30 ed il precariato, ma si limita a balletti politici con Federmeccanica durante le vertenze del Contratto Nazionale, che ha avvallato l'applicazione della flessibilità di orario, che diventa assieme a tutta la CGIL la stampella di tutti i Governi di sinistra o presunti tali. Perciò mi auguro che la crisi che si è aperta in CGIL tra Cremaschi, Nicolosi e la segreteria sia irreversibile e porti ad una scissione di Fiom. Il Quarto sindacato deve nascere e radicalizzare le posizioni ascoltando la base operaia, non tanto per me, ma per i miei figli perchè non debbano cercarsi lavoro come co co pro, senza diritti. Mio padre mi ha consegnato lo Statuto dei Lavoratori, io non voglio lasciargli la Legge 30. Per questo apprezzo lo sforzo politico e morale di Giorgio Cremaschi, che cerca per ciò che gli è posssibile, di far emergere le critiche e dar voce alle istanze operaie. Liberare la Fiom dalle ipocrisie della concertazione è il nostro primo dovere.
la cgil di bologna nelle persone di Puccini(delegatina cgil comune di casalecchio di reno) Serra (che segue il comune di casalecc.cgil mbo)Dettori (dirigenti naz funz pubbl.cgil ) Chieregato(cgil roma) Soldini (cgil naz,segret,Epifani filtra le e-mail)ed Epifani.sono tutti testimoni informati che io come inf. sono stato demansionato in un gfiiorno per avere dato da mangiare ad un ottantenne che non era in grado da solo,dagli oss del centro diurno imsiame a Olaria e Collina delcomune di casalecchio che sono assistenti sociali mi hanno demansionato da infermiere a lavare per tre mesi i piatti nel centro.E' QUESTA LA CGIL DI OGGI sono a disposizione per tutte le prove ed i chiarimenti del caso o testimoni finanche al ministero del lavoro.se ci fosse un avvocato e fossi sicuro di non perdere la borsa lavoro cioe' 500 euro al mrese li denunzierei tutti.se c'e' un avvocato o tuttwe le prove .Qesta e' la cgil di oggi vista dalla parte mia diqueste inutili persone
Sono un operaio del sito industriale di melfi e volevo dirvi che sarebbe una cosa buona e giusta allontanarci dalla cgil perchè ormai è troppo circondata da persone-politici che di tutto parlano tranne che della evidente insufficente del rapporto umano e legale tra Azienda-sindacato e operai e istituzione che spesso abbusano del loro potere per sottomettere o gonfiare il loro portafogli, perchè normalmente avvengono cose sconcertanti e illegali al punto che tutti noi sappiamo che predicano bene e razzolano malissimo, tranne pochi elementi del sindacato della fiom che nonostante gli sforzi che normalmente mette in campo per poter contrastare il potere avvolte camorrista di alcuni responsabil-preposti etc. deve assistere a quello scempio dei risultati assurdi delle recenti votazioni di tutta l'area che hanno portato i risultati a chi di diritti comuni non ne parla neanche al punto che in forma privata raccomanda singolarmente il più parassita paraculato del momento;Vergognamoci di vivere in questo paese che sembra il paese dei brogli........;ps i primi controlli che secondo me si dovrebbero fare per migliorare la situazione in italia è propio nelle fila dei controllori corrotti,* perchè non facciamo come in america che inseriamo una nuova figura nelle fila dell'arma che possa recarsi personalmente sotto mentite spoglie a denunciare: sopprusi- irregolarita- abbusi- corruzioni, etc... presso qualsiasi ente o personale pubblico verificando con strumenti leciti la loro serieta e affidabilita', forse avremmo almeno fatto un pò di pulizie tra i nostri cari stipendiati pubblici "compreso i politici e i maggistrati".per ultima cosa sarebbe opportuno dare in mano la direzione del nostro sistema legale all'europa, che ha come esempi eclatanti come "Svezia- danimarca-olanda ce hanno quasi emarginato del tutto la corruzione e vivono almeno con un pò di tranquillita.
25 commenti:
Abbiamo fatto l'assemblea,sentito la relazione e discusso.
Alla fine abbiamo votato nel seggio allestito in mensa.
Su 150 addetti hanno votato in 104 .
Alla fine i favorevoli erano 94 ed i contrari 8.
Assurdo:tutti a favore!
E' stata fatta un'assemblea per i lavoratori edili e mettalmeccanici dell'aria industriale di Sarroch (CA), nella quale come al solito viene illustrato solo l'accordo e non si sente la voce dei contrari. Tra coloro che illustrano l'accordo ci sono i componenti la segrteria provinciale della fiom che è apertamente schierata per il si. E' palese che la maggior parte dei lavoratori presenti sono per il no, mentre i delegati delle rsu anche fiom si dimostrano orientati per il si, chiaramente influenzati dalle segreterie provinciali. Ci sono diverse contestazioni anche con fischi verso chi si esprime per il si. Molto evidente è che i lavoratori in particolare mettalmeccanici vivono un momento di particolare disagio, che si ha difficoltà ad illustrare e si manifesta con contestazioni anche scomposte. Nelle votazioni nell'azienda dove lavoro il risultatoto è stato di 30 contrari e 5 favorevoli, mentre nell'azienda madre i lavoratori chimici che vi operano hanno votato con circa 340 si e meno di 30 no.
Sono un lavoratore in mobilità lunga. Ho partecipato ad una assemblea sul protocollo presso la sede Cgil della mia città:"Giugliano in Campania".Erano presenti in maggioranza compagni dell'apparato.La Compagna che ha fatto l'esposizione si è prodigata tutta sulle ragioni del "Si" ed ha sintetzzato che era un accordo che premiava l'equità. Tutti gli interventi erano per il "Si". Quando sono intervenuto io, ho cercato di mettere in evidenza che l'equità di cui parlava la Compagna era tutta nel basso e che se qualcosina si dava ad un lavoratore qualcosa lo si toglieva ad altri! Insomma che l'accordo era a costo zero e niente veniva scalfito ai soggetti ricchi. La Compagna rimaneva meravigliata di questa cosa dell'equità nel basso quasi che per lei era normale per le compatibilità finanziarie.
Sono andato a votare martedì scorso 9 ottobre presso la CGIL di Trani dove risiedo, insieme a mia moglie ed entrambi abbiamo votato "CONTRARIO" all'iniquo accordo di cui si fanno paladini i nostri segretari nazionali. Nel pseudo-seggio c'era solo una ragazza che sola era prima del nostro arrivo e sola é rimasta dopo! Non so chi ha votato prima ne dopo e ampia é stata la possibilità di brogli sia nel seggio dove ho votato io e mia moglie sia in tutti gli altri seggi pseudo-presidiati. Come si può essere certi di un risultato finale che certo é stato solo nelle grosse aziende dove vi erano veri e pluri-presidiati-seggi?
assolutamente regolari e trasparenti
Liguria - azienda metalmeccanica, votazione sulla scrivania del proprio delegato a seconda se fim fiom uilm, privacy zero, risultato bulgaro in linea con quello dei pensionati.
Ma Cremaschi lo ha già detto "votazione senza regole" senza regole va bene tutto.
Hanno organizzato assemblee divise tra operai ed impiegati ed erano in pochi a saperlo, (io ho preteso di mettere l'avviso) partecipazione disastrosa sia all'assemblea che al voto. Hanno organizzato assemblee separate per non far parlare i lavoratori tra di loro, (ho tentato con un mio intervento di spiegare le ragioni del no e dal sindacalista di turno sono stato tacciato da populista, ma no dai lavoratori.Pensate in fabbrica è presente il sincobas, ma non ha fatto nulla a favore del no, nemmeno un volantino e non era presente all'assemblea. Su 500 votanti hanno votato in 235, 137 favorevoli,95 contrari e 3 nulle.
Sono un delegato RSA Fp Cgil di Livorno. Al direttivo provinciale abbiamo presentato un'ordine del giorno sottoscritto da una decina di delegati (su una cinquantina) che descriveva il peggioramento delle condizioni per i lavoratori contenute nell'accordo e si invitava a votare per il NO. E' stato giudicato irricevibile perchè a livello nazionale la Cgil si era già espressa per il Sì e dunque un direttivo provinciale non poteva dissentire (...?). Bene, abbamo proposto di lasciare le motivazioni della contrarietà all'accordo togliendo l'invito a votare per il NO. Ugualmente irricevibile, perchè... perchè sì. Sottolineando che non si trattava di un gesto antidemocratico, ma... era così lo stesso.
Successivamente ho chiesto più volte l'elenco delle assemblea alla segreteria provinciale (per poter fare, almeno dall'esterno propaganda per il NO), ma sfortunatamente "difficoltà con i fax nuovi" hanno permesso di farmi avere quelli della Fp (delle altre categorie non se parli nemmeno)solo il giorno prima della scadenza delle consultazioni, da cui ho dedotto che le assemblee del mio comparto SSAE (socio sanitario assistenziale, lavoro in una cooperaiva sociale)...erano già state fatte.
Strano che abbia vinto il sì.
Massimo
Io e insieme agli altri componenti della RSU fim e fiom unitariamente già nei mesi di giugno e luglio abbiamo fatto delle assemblee insieme a tutti i lavoratori abbiamo respinto questo accordo mettendo in campo anche iniziative di lotta con sciopero e volantinaggio. Abbiamo fatto sentire il nostro dissenso negli attivi unitari di cgil cisl e uil svolti nel territorio e per finire abbiamo fatto due assemblee una gestita da noi delegati dove abbiamo fatto il punto della situazione con i lavoratori e abbiamo ribaditoe spiegato le ra gioni del NO Siamo delegati di una fabbrica metalmeccanica in brianza e nella seconda assemblea per spiegare le ragioni del SI è venuto il segretario generale della cgil della brianza.
Ha fatto la sua relezione, ci sono state delle repliche e ll'assemblea si è chiusa con un mio intervento per ribadire le ragioni del NO Nei giorni 8e 9 ottobre abbiamo fatto la consultazioni allestendo un seggio elettorale nellanostra sala rsu .Bene, nonostante sia venuto il segretario generale il risutato è stato questo aventi diritto 294
votanti 212
favorevoli 41
contrari 166
bianche e nulle 5
Quest testimonia che nei luoghi dove si è potuto sotenere il parere de NO i risultati si vedono
Invito i responsabile della rete a chiedere che vengano presentati i dati delle votazioni in maniera pìù dettagliata
un saluto e non molliamo
Ferruccio Buzzi
delegato fiom Beta Sovico brianza
Secondo le stime di Luciano Gallino il 20% del totale dell'occupazione è
precaria di cui fanno parte i tempi determinati, gli occupati
permanentemente a tempo parziale imposto dal datore di lavoro,
collaborazioni,i contratti a progetto e tutta quella serie di figure
minori, dai contratti di apprendistato al lavoro intermittente, per una
cifra di circa 5 milioni di persone.
Mi chiedo dove fossero tutti questi precari tra l'8, il 9 ed il 10 ottobre
scorsi? Come mai, chiedo, non si sono riversati in massa ad esprimere il
loro giudizio sul Protocollo sul Welfare. Forse, anche questa è precarietà:
a un lavoratore a tempo indeterminato non
puoi chiedere, per esempio, di Votare SI, se non ne è convinto, a chi
rischia di non vedere rinnovato il contratto Sì.
Cordialità
Germano Delfino, Portici (NA)
Alessio-sestri levante-Arinox
Abbiamo fatto le assemblee divise sui 3 turni io delegato fiom,insieme ai miei compagni, ho cercato di argomentare il mio no,ribattendo le motivazioni di cgil e cisl a votare sì.Obiettivamente ho speso del tempo a studiare la riforma ma i risultati mi hanno ripagato:su 207 dipendenti hanno votato in 149:
124 no,24 sì e 1 scheda nulla.Un risultato strapositivo se si guarda il responso della vicinissima fincantieri dove su 800 votanti circa,più di 500 hanno votato a favore.
Il No vince dove è più forte la coscienza di classe.
Nonostante le assemblee blindate, nonostante il ricatto politico che le ha caratterizzate (proprio da parte di chi a parole vorrebbe una CGIL libera da condizionamenti ma nei fatti la ripropone profondamente assoggettata alla sindrome del “governo amico” , nonostante la sproporzione delle forze in campo, il no vince fra i metalmeccanici e nel gruppo FIAT con punte di oltre l’ 80% di pareri contrari all’accordo del 23 Luglio.
Non è una vittoria di Pirro.
A questi lavoratori credo debba andare il ringraziamento di tutti.
Se oggi ci troviamo a poter discutere ,valutare, considerare questi risultati lo dobbiamo esclusivamente a questi lavoratori che nell’isolamento più completo da parte delle burocrazie dei vertici confederali hanno avuto il coraggio di riproporre un modello di sindacato non di casta ma che desse voce e organizzazione al conflitto di classe.
Il pacchetto era pronto, contenente tutto il necessario da offrire in dote al nascituro Partito Democratico così che questi potesse rivenderlo agli imprenditori ed alle banche che lo sostengono. Nessuna consultazione preventiva con i lavoratori. Nessun referendum previsto.
Ma la FIOM ci mette lo zampino: sono le parti più avanzate del movimento operaio in cui la coscienza di classe ha radici profonde, storiche, di conquiste importanti e di dolorose sconfitte che si rende subito conto della posta in gioco, che và oltre il merito degli importantissimi temi di cui si tratta, ma che individua questo confronto come luogo in cui si acutizza il conflitto di classe e che evidenzia i due modelli di sindacato in realtà oggi in conflitto : il sindacato che pone il lavoro al centro del suo agire verso quello che ne intende l’azienda come fulcro. Il sindacato che si occupa di produzione e di come organizzarla verso quello che si occupa di difesa ed organizzazione della classe lavoratrice.
Ebbene grazie ai metalmeccanici, ai quei delegati RSU che sono riusciti a far sentire la loro voce di non assoggettati, a quei precari che a rischio del posto di lavoro o stabilizzazioni non si sono arresi, grazie a costoro che si volevano emarginati ed isolati nel loro mondo metafisico lontano dalla storia che siamo riusciti ad uscire dai nostri angusti confini e lì dove abbiamo potuto avvicinare le menti siamo riusciti a rappresentare le ragioni della classe operaia.
La sensazione che si respira è che questa sia stata una consultazione tutta interna alla CGIL, vista la scarsissima partecipazione delle altre sigle confederali alla sua organizzazione.
E’ stato in ultima analisi un referendum organizzato ad armi impari, per ribadire i rapporti di forza fra le istanze neoliberiste e concertartive che vorrebbero traghettare il Sindacato sulle sponde più tranquille del consociativismo e relegarlo al ruolo di agenzia interinale del mercato del lavoro, verso quelle di opposizione di classe.
Purtroppo le nostre argomentazioni registrano oggi una scarsa penetrazione in alcuni settori, lente nel fare breccia ad esempio nel mondo impiegatizio in cui ci si accontenta di vivacchiare nel crepuscolo della mente o fra le categorie più deboli a cui il bisogno annichilisce l’atto stesso del pensiero critico.
Ma nonostante le cifre aggregate denuncino il compromesso a cui anni di rinunce hanno relegato la classe operaia, disaggregandole la realtà appare notevolmente diversa.
Infatti tra i lavoratori attivi ad esempio cresce nettamente la percentuale dei no rispetto alla media nazionale.
Anche fra i precari, nonostante il ricatto della speranza nelle stabilizzazioni, nei luoghi dove la coscienza di classe è più elevata come in quell’Atesia reduce da recenti lotte, o in Vodafone in lotta contro le esternalizzazioni le ragioni del no sono prevalse.
Sono i pensionati ad essere meno reattivi perché facili vittime di condizionamenti e le cui condizioni di indigenza rendono maggiormente esposti.
In realtà è questo il problema di fondo. Quando il bisogno rende appetibili anche le briciole e nel momento in cui le “coperture figurative piene” o le “totalizzazioni” sanciscono il precariato come sistema unico di lavoro per le nuove generazioni “tout court” è difficile uscire dal ghetto in cui il capitale vuole rinchiuderci. La sua aggressività invero non si è mai affievolita: esso continua in maniera costante nel perseguire l’intento di ridurre sempre più le garanzie dei lavoratori e l’autonomia delle proprie rappresentanze. Dall’ attacco all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, allo Statuto stesso che si vorrebbe sospendere, alla Contrattazione Nazionale che si vorrebbe annullare, alle triennalizzazioni, al precariato diffuso come flessibilità massima, il grande capitale continua il suo confronto con la classe operaia in maniera diretta ed indiretta infiltrandosi nel suo stesso blocco sociale di riferimento per distoglierne gli obiettivi e volgerli a suo vantaggio. Il sogno che le plusvalenze create riducendo sempre e solo lo stesso parametro del costo del lavoro o a spese dello stato sociale con la riduzione della pressione fiscale (per quella esigua minoranza di aziende che paga le tasse) si traducano in crescita sociale generalizzata ed in nuova occupazione sono una pia illusione che lasciano l’impegno degli imprenditori limitato allo zelo della loro Carità Cristiana.
Sarà forse per questo che è rinata la “Nuova Democrazia Cristiana - PD” a spese dei lavoratori e sulle spalle della loro buona fede.
Questa operazione elettorale centripeta segnatamente maggioritaria ed intrisa di finto-buonismo autoritario sconvolge gli equilibri politici dell’esistente spostando a destra, in corso d’opera, lo stesso baricentro dell’Unione a spese di tutti gli elettori che hanno sottoscritto il “Programma” con i loro eletti.
La partita in corso è certo difficile ma la FIOM ha permesso di riaprire un luogo di discussione e di confronto non scontato soprattutto in materia di lavoro precario.
Credo sia opportuno continuare la battaglia non sciogliendo i comitati per il “no” ma anzi giocando al rilancio confermando la nostra netta opposizione a tutte le forme di lavoro parasubordinato sostenendo e partecipando a tutte le iniziative tese al loro reale superamento.
Occorre infine guardare oltre gli steccati delle divisioni e incomprensioni fra le varie organizzazioni e sigle sindacali anche di base, al fine di ricomporre in un unico blocco sociale il fronte del dissenso e dell’alternativa.
Importante è dunque essere presenti a tutti gli appuntamenti e in tutte le realtà che questo fine perseguono.
E’ una buona occasione. Non sprechiamola.
Alla Safta di Piacenza (azienda del settore chimico con circa 350 dipendenti) sono stati diffusi spontaneamente volantini della Rete28Aprile scaricati dal sito e contestati i rappresentati di CGIL-CISL-UIL venuti a sostenere l'accordo...alla fine i sì hanno prevalso di misura: 101 favorevoli; 89 contrari; 9 nulli.
A mio avviso i no hanno prevalso o comunque hanno raggiunto percentuali consistenti dove c'era qualcuno che ha informato i lavoratori dei reali contenuti dell'accordo...i sì sono frutto di disinformazione e della manipolazione dei seggi fatta dai vertici sindacali, ma non mi sembra che rispecchi il vero stato d'animo della maggioranza di noi operai...
Paolo (Piacenza)
Credo fin troppo facile l’appunto a posteriori contro coloro che si sono spesi in prima persona per la promozione di quegli stessi temi che se fosse prevalso il fronte del “No” sarebbero diventati baluardi di conquista per tutta la sinistra.
Non sono propenso a credere nell’ ingenuità sempliciotta di sindacalisti esperti piuttosto che ad una reale complicità di intenti fra tutto il fronte del “No”: in effetti un accordo che prevede da una parte il ricorso al lavoro precario “ad libitum” unitamente alla decontribuzione del lavoro straordinario ed il tutto a spese dei soliti noti (il solo lavoro dipendente) è e resta “irricevibile”
Ma il punto non è questo.
La cosa che più mi impressiona in questo passaggio è che non si sia individuato, né lo si faccia ora, con la necessaria precisione, la reale portata di questo accordo.
Detto che la lotta contro la moderna schiavitù del precariato sarebbe stata uno dei punti realmente dirimenti con le politiche in materia fin qui seguite da tutti i governi precedenti ( neanche che si stesse lottando per l’abolizione totale di tutte le forme parasubordinate di lavoro salariato,come a mio avviso dovrebbe essere) ma che ci si stesse limitando semplicemente alla denuncia che in questo accordo vi era la sua formalizzazione a forma unica “de facto” di lavoro possibile per le nuove generazioni, detto questo,è necessario realizzare che la posta in gioco fosse molto più alta.
La “madre di tutte le battaglie” è (e resta irrisolta) quella del conflitto di classe, di cui questo accordo fallimentare è espressione, e di conseguenza del ruolo del Sindacato in questo conflitto: del Sindacato che vorremmo e quello che siamo costretti a volere.
Questo è oggi lo scontro in atto. E non è banale.
Non credo vero, poi, che qualcuno del fronte del “no” abbia voluto politicizzare la discussione sull’accordo chiamando in causa per primo il Governo nelle sue componenti moderate piuttosto che il Sindacato: è vero piuttosto il contrario, in cui le componenti moderate del Governo forzando l’estrema politicizzazione della discussione,che abbiamo purtroppo dovuto subire nostro malgrado, stravolgendo i termini di questa in un confronto pro o contro il Governo, è riuscita a imporre una svolta a destra a tutto il Sindacato riducendo il ruolo delle sue minoranze e, con la rotture di regole e prassi, impantanando la reale possibilità di promuovere le ragioni “eretiche” delle sue componenti più avanzate e ampliando immeritatamente quelle riformiste dell’ Ichino-Pensiero.
Resta certamente il fatto incontrovertibile che le posizioni del “no” non abbiano fatto breccia oltre le grandi fabbriche, dove certamente anche il controllo formale è stato maggiore.
E’ il risultato di una classe lavoratrice ormai rinunciataria che ha smesso di lottare e sperare nella sua reale capacità di incidere, male organizzata e consigliata, che non si fida più dei suoi stessi rappresentanti, e che si accontenta di strappare all’esistente la possibilità di sopravvivere.
La vittoria del “Si” è la vittoria del capitale finanziario sul lavoro salariato.
La vittoria del “Si” è la vittoria di chi vuole un Sindacato debole e visibilmente subalterno alla controparte confindustriale, palesemente incapace di elevare la coscienza di classe dei suoi iscritti perché divenuto squisitamente aziendalista.
Non ci stupisca che il fuoco della borghesia, attraverso tutti i suoi canali anche mediatici, si stia concentrando sui leader della Rete28Aprile e su Cremaschi in particolare.
Ma quale sindacatino rosso!
Lui e la FIOM hanno capito in tempo di cosa si stia discutendo ed anche il grande capitale finanziario lo ha fatto!
E noi? Speriamo non si perisca di fuoco amico!
sono in mobilità ed ho votato in una sede della cgil fiom: non mi hanno chiesto nulla se non la carta di identità... se fossi stata scorretta ho scoperto che avrei potuto votare in altre sedi... mi chiedo se il risultato positivo dei SI è veritiero.
Piccola parentesi: il prossimo luglio 08 finisco la mia mobilità maturando 39 anni di contributi ma 57 anni di età ... qualcuno può consigliarmi come suicidarmi????
nel cantiere dove lavoro è stata indetta una sola assemblea dalla cisl. Considerando che la maggior parte sono dipendenti stranieri è stato spiegato loro che l'unica possibilità per un futuro migliore era quella di votare SI.
Mi domando : perchè la CGIL non si è fatta vedere?
Perchè nessun volantino sulle motivazioni del NO?
E poi avreste dovuto vedere il seggio!!!!!!
Spudoratamente invitavano i lavortatori ad esprimere SI.....allucinante
io lavoro in piaggio,abbiamo fatto assemblea e stavolta devo dire che il dissenso è stato totale,anche i sindacalisti(piaggio)erano per il no,tranne i relatori che si sono presi delle sonore fischiate.
però non è servito a niente visto che i votanti no,si sapeva già fossero una minoranza...in quanto erano già stati comprati i pensionati con briciole si, ma sempre soldi.poi sappiamo bene come è organizzata la macchina sindacale,quando si mette in moto è abile nel confondere le idee,specie a precari,gente che ha bisogno e gli si affida in toto..
sono disgustato da chi dovrebbe difendere i lavoratori e invece ogni volta li vende al miglior offerente.
ISTITUTO NAZIONALE TUMORI MILANO
I NO SONO RISULTATI STATI 210
I SI SONO RISULTATI 189
PASQUALE INT.
cremaschi ha detto"votazione senza regole".......ma sul referendum farsa sull'art 18 c'erano regole?....in quel referendum chi ha controllato su come si sono svolte le votazioni?...li si che qualcuno ha votato anche 10 volte....
nella mia fabbrica,visto che vi scandalizzate tanto per i seggi,il delegato fiom accompagnava lui stesso per manina i lavoratori interinali al seggio e strada facendo li catechizzava per bene,poco ci mancava che scrivesse per loro......un ultima cosa,la fiom ha avuto modo di spiegare le ragioni del no in assemblea,solo che con il componente della segreteria cisl il no lo hanno spiegato con l'ascia di guerra insanguinata,mentre con il componente della segreteria cgil il no lo hanno spiegato in modo pacato,amichevole,quasi quasi da telenovela strappalacrime.....SIGNORI, NOI DELLA FIM E DELLA CISL NON SIAMO I NEMICI,IO SONO UN OPERAIO COME VOI E SENTIRMI DIRE VENDUTO E TRADITORE DA DELEGATI FIOM QUANDO IN FABBRICA MI FACCIO UN CULO COME QUELLO DI UNA BALENA PER CONTRASTARE L'AZIENDA E DIFENDERE I DIRITTI DEI LAVORATORI.....BEH SIGNORI MI FATE VENIRE IL VOLTASTOMACO,MA SIETE SOLO VOI I PALADINI DELLA GIUSTIZIA?
Rispondo ad Alessio.
Mi fa un gran piacere sentire che in Arinox ha vinto il No. Ora ti svelo il mistero per cui in Fincantieri Riva Trigoso ha vinto il Si. Il fronte del No, organizzato da me e pochi altri coraggiosi, si è sbriciolato contro il muro del Si organizzato da Fim Uilm e, udite udite, soprattutto da Fiom.
Devi sapere infatti che i nostri delegati Fiom, a parte un solo caso, sono tra i più curiosi e improbabili che i miei 15 anni di fabbrica, mi hanno dato conoscere.
Riflettono in particolare ciò che avviene in modo più ampio, a livello nazionale.
La battaglia contro la privatizzazione di Fincantieri, per farti un esempio, è iniziata da Riva, con una estemporanea raccolta firme promossa da noi lavoratori lo scorso marzo, e a lungo osteggiata palesemente dalla nostra RSU, Fiom compresa.
Poi siccome la Fiom Nazionale ha appoggiato l'iniziativa, anche i miei delegati Fiom si sono cosparsi il capo di cenere e come spesso succede hanno mostrato quell'energia che gli era mancata.
Cioè se non lo puoi battere alleati col nemico.
Tutto questo per dirti ciò che penso in conclusione: dopo 15 anni di tessera Fiom, ho deciso di interrompere la mia adesione ad un'organizzazione che sponsorizza i fondi pensione e lo scippo del TFR, che ha svenduto insieme a le altre sigle la mia pensione futura, che non combatte contro la legge 30 ed il precariato, ma si limita a balletti politici con Federmeccanica durante le vertenze del Contratto Nazionale, che ha avvallato l'applicazione della flessibilità di orario, che diventa assieme a tutta la CGIL la stampella di tutti i Governi di sinistra o presunti tali.
Perciò mi auguro che la crisi che si è aperta in CGIL tra Cremaschi, Nicolosi e la segreteria sia irreversibile e porti ad una scissione di Fiom.
Il Quarto sindacato deve nascere e radicalizzare le posizioni ascoltando la base operaia, non tanto per me, ma per i miei figli perchè non debbano cercarsi lavoro come co co pro, senza diritti.
Mio padre mi ha consegnato lo Statuto dei Lavoratori, io non voglio lasciargli la Legge 30.
Per questo apprezzo lo sforzo politico e morale di Giorgio Cremaschi, che cerca per ciò che gli è posssibile, di far emergere le critiche e dar voce alle istanze operaie.
Liberare la Fiom dalle ipocrisie della concertazione è il nostro primo dovere.
MARCO,ISCRIVITI ALL'UGL
IL 4 SINDACATO E'.....L'UGL....
Fiom + Sindacati di Base sarà il quarto sindacato.
Se Cremaschi e Rinaldini ci credono...
Speriamo.
la cgil di bologna nelle persone di Puccini(delegatina cgil comune di casalecchio di reno) Serra (che segue il comune di casalecc.cgil mbo)Dettori (dirigenti naz funz pubbl.cgil ) Chieregato(cgil roma) Soldini (cgil naz,segret,Epifani filtra le e-mail)ed Epifani.sono tutti testimoni informati che io come inf. sono stato demansionato in un gfiiorno per avere dato da mangiare ad un ottantenne che non era in grado da solo,dagli oss del centro diurno imsiame a Olaria e Collina delcomune di casalecchio che sono assistenti sociali mi hanno demansionato da infermiere a lavare per tre mesi i piatti nel centro.E' QUESTA LA CGIL DI OGGI sono a disposizione per tutte le prove ed i chiarimenti del caso o testimoni finanche al ministero del lavoro.se ci fosse un avvocato e fossi sicuro di non perdere la borsa lavoro cioe' 500 euro al mrese li denunzierei tutti.se c'e' un avvocato o tuttwe le prove .Qesta e' la cgil di oggi vista dalla parte mia diqueste inutili persone
Sono un operaio del sito industriale di melfi e volevo dirvi che sarebbe una cosa buona e giusta allontanarci dalla cgil perchè ormai è troppo circondata da persone-politici che di tutto parlano tranne che della evidente insufficente del rapporto umano e legale tra Azienda-sindacato e operai e istituzione che spesso abbusano del loro potere per sottomettere o gonfiare il loro portafogli, perchè normalmente avvengono cose sconcertanti e illegali al punto che tutti noi sappiamo che predicano bene e razzolano malissimo, tranne pochi elementi del sindacato della fiom che nonostante gli sforzi che normalmente mette in campo per poter contrastare il potere avvolte camorrista di alcuni responsabil-preposti etc. deve assistere a quello scempio dei risultati assurdi delle recenti votazioni di tutta l'area che hanno portato i risultati a chi di diritti comuni non ne parla neanche al punto che in forma privata raccomanda singolarmente il più parassita paraculato del momento;Vergognamoci di vivere in questo paese che sembra il paese dei brogli........;ps i primi controlli che secondo me si dovrebbero fare per migliorare la situazione in italia è propio nelle fila dei controllori corrotti,* perchè non facciamo come in america che inseriamo una nuova figura nelle fila dell'arma che possa recarsi personalmente sotto mentite spoglie a denunciare: sopprusi- irregolarita- abbusi- corruzioni, etc... presso qualsiasi ente o personale pubblico verificando con strumenti leciti la loro serieta e affidabilita', forse avremmo almeno fatto un pò di pulizie tra i nostri cari stipendiati pubblici "compreso i politici e i maggistrati".per ultima cosa sarebbe opportuno dare in mano la direzione del nostro sistema legale all'europa, che ha come esempi eclatanti come "Svezia- danimarca-olanda ce hanno quasi emarginato del tutto la corruzione e vivono almeno con un pò di tranquillita.
Posta un commento